Impacchi fai da te

Impacchi fai da te

Care lettrici,
Oggi più che un articolo, vorrei darvi qualche nozione su come preparare impacchi fai da te a casa, dato il periodo casca anche a pennello
Sono sicura che da brave fedeli del mondo bio,
a casa avrete certamente qualcuna delle erbette che vi indicherò, se non le avete non preoccupatevi, sono tutte facilmente reperibili.
Gli impacchi di cui voglio parlarvi sono 3:
⁃ anti crespo/idratante
⁃ Ravviva ricci
⁃ Rinforzante

ANTI CRESPO/IDRATANTE

Sebbene le azioni sono diverse, avere un capello idratato aiuta molto a disciplinare l’effetto crespo.
Gli ingredienti che possiamo usare in questo caso sono:
⁃ malva bianca
⁃ proteine del grano
⁃ fieno grego
⁃ gel di semi di lino
⁃ olio di argan
⁃ burro di babbassu
⁃ burro di murumuru
⁃ olio di semi di lino

Ecco qua due ricettine semplici:
Con le polveri potete provare questa miscela:
40% di malva bianca
10% di proteine del grano 40% di fieno greco
10% di gel ai semi di lino.
Vi ricordo che sia la malva che il fieno grego hanno bisogno di un tempo di idratazione, quindi prepararle il giorno prima separatamente e poi unirle.
Le proteine del grano, di cui non vi avevo mai parlato, hanno una forte affinità con la cheratina del capello e sono in grado di agire direttamente sulla struttura della fibra capillare; si fissano sulla superficie del capello e ne riempiono le zone danneggiate, donando una forte idratazione.

MA ATTENTE:

Usatene poche, perché se messe con esagerazione tendono ad indurire il capello.
Preparate anche questa da sola con acqua tiepida e una volta pronte le altre erbe z si unitela.
Il gel ai semi di lino va aggiunto per ultimo.

Come preparare il gel ai semi di lino:
-200 ml di acqua
-30 g di semi di lino
Mettere in un pentolino gli ingredienti, portare ad ebollizione e far bollire 5/10 minuti, più i semi cuociono più il gel sarà denso.
Lasciare riposare una notte e il giorno dopo filtrare con un colino.
Il gel ottenuto potete usarlo nei vostri impacchi di erbe ma anche come styling, consigliatissimo alle ricce.
Ma torniamo all’impacco, applicarlo da capelli detersi e umidi, impellicolare, lasciare in posa 40 minuti e procedere con shampoo e balsamo.
L’altro impacco che volevo suggerirvi è quello con gli oli, dove la preparazione è più semplice, ma c’è bisogno di qualche accortezza in più nel sciacquarlo.
Usate sempre una percentuale più alta di oli che di burri.
20% di burro di murumuru 20% di burro di babassu
30% di olio di argan
30% di olio di lìno.
Sciogliete i burri a bagno maria e aggiungeteci poi gli oli.
Lavatevi i capelli, tamponateli dell’acqua in eccesso, applicate con un pennello su tutta la lunghezza, dopodiché impellicolare e lasciare in posa un ora.

IMPORTANTE:

Applicare qualsiasi tipo di impacco all’olio sempre da capello bagnato, poiché essendo liposolubili, se applicati da capello asciutto toglierebbero il “grasso buono” presente sui nostri capelli peggiorandone lo stato.
Per toglierli invece, occorre fare una passata di balsamo in più, quindi, sciacquateli sotto l’acqua applicate il balsamo e massaggiatelo bene su tutta la lunghezza pettinandolo più volte, sciacquatelo e procedete poi con shampoo e balsamo.
In questo modo eliminerete ogni traccia di olio.

RAVVIVA RICCI

In molte di voi mi domandate sempre come far riprendere vita al riccio quando perde di tonicità, ed eccovi alcuni consigli.
Le erbe a nostro favore in questo caso sono
⁃ ziziphus (sidr)
⁃ amla
⁃ brahami
⁃ fieno grego
⁃ gel di Katira
Ricetta:
40% di ziziphus 10% di amla 10% di brahami 20% di fieno greco 10% di gel ai semi di Katira
Preparare sempre il giorno prima il fieno grego in modo da idratarlo perfettamente.
In una ciotola mischiate la polveri di amla, brahami e sidr, aggiungete acqua calda e mischiare fino a raggiungere una consistenza cremosa, aggiungere fieno greco e gel di Katira.

Cos’è e come preparare il gel di Katira;

La gomma di Katira chiamata anche goondom Katira, si estrae direttamente dalle radici o dal tronco delle piante leguminose, appartenenti alla Famiglia delle Astragalus.
Una volta raccolta viene essiccata e si presenta in cristalli.
Ha un forte potere risanante, restitutivo, rigenerante, idratante e volumizzante.
Preparazione:
Prelevare dal sacchetto 3 o 4 granelli  di katira solida ed inserirli in un bicchiere quasi colmo d’acqua, lasciare riposare per circa 12 ore: al termine di questo tempo il contenuto del bicchiere avrà l’aspetto di un gel grossolano, infine prendere un mixer e frullare il composto.
Se ne avete fatto troppo potete congelarlo negli stampi del ghiaccio così lo avrete sempre pronto per ogni evenienza; stessa cosa potete farla anche per il fieno greco.
Il procedimento di applicazione è uguale a qualsiasi impacco di erbe.
Il tempo di posa consigliato è di 1 ora.
Il gel di Katira può essere usato anche da solo,
come impacco post shampoo, tamponando i capelli e applicandolo dalle radici alle punte, pettinandolo proprio come se fosse un balsamo, impellicolare e lasciare in posa un’ora e mezza, non preoccupatevi se si indurirà, è normale, basterà sciacquarlo con acqua tiepida, senza usare ne shampoo ne balsamo.

RINFORZANTE

⁃ Amla
⁃ Baobab
⁃ Moringa
⁃ Rosa di Damasco
⁃ Bhringraj
40% di baobab 20% di moringa 20% di bhringraj 10% di amla 10% di rosa di Damasco
Unite le erbe in una ciotola mescolandole tra loro e poi aggiungete acqua a filo fino al raggiungimento di una pastella cremosa, applicate da capello deterso e tamponato, per ultimo impellicolare e lasciare in posa 40 minuti .
Queste erbe sono le più conosciute nel modo delle erbe ayurvediche e a mio parere anche le più efficaci, hanno tutte un’azione rinforzante adatte soprattutto a chi ha il capello fine e sfibrato e necessità di volume.
L’unica accortezza è per chi ha io capello molto chiaro, dato che il bhringraj tende a scurire, quindi alla bionde consiglio di sostituirlo con il sidr.
Spero di avervi dato nozioni interessanti!
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Al prossimo articolo!
GUIDA PRATICA ALL’HENNÉ PARTE 4/4

GUIDA PRATICA ALL’HENNÉ PARTE 4/4

 Le miscele per la manutenzione
In questo nuovo articolo tratterò uno degli argomenti più gettonati di questo mondo di erbe tintoree, che manco farlo apposta, cade ad uopo per il periodo che stiamo vivendo.

 

La manutenzione, la shaharazāde, l’impacco riflessante o come vogliamo chiamarlo è il trattamento che di solito consiglio alle mie clienti tra un servizio e l’altro nel salone.

 

Esso nasce con lo scopo di mantenere eccellente il colore fatto in studio, coprire la prima ricrescita non rovinando il lavoro svolto dal colorista e mantenendo eccellente la carica elettrostatica del capello per i futuri impacchi colorati che si faranno poi in negozio.

 

Mi dilungo un attimo per spiegare questo concetto, della carica elettrostatica, che trovi ben svolto nel nostro primo articolo della guida pratica all’henné!

 

Le erbe tintoree ( sopratutto quelle appartenenti al gruppo dei chinoni tra cui troviamo: Lawsonia,Alcanna,Cartamo, Rabarbaro e Robbia…)  hanno bisogno di un certo ambiente e una certa continuità per migliorarsi, dare la massima performance negli impacchi e poter diminuire i tempi di posa ( più impacchi si eseguono e prima il colore erboreo si attacca ala corteccia del capello ) questo è dovuto alla capacita di legarsi fra loro che i fitocomplessi hanno per cui, più trattamenti si eseguono e più il capello diviene ambiente ideale per queste procedure di colorazione.
Stessa importanza vale per shampoo e impacchi i quali devono essere SLESS free in quanto, questi siliconi e tensioattivi potrebbero portare problematiche di barriera o possono lavar via le piante a indacano rendendo i colori brutti.

 

Quasi facendo apposta diventa indispensabile un servizio e una routine bio al 100% per chiunque vuole mantenere ottimo il proprio colore erboreo e mantenere tempi di posa veloci.

 

Tornando alle mescole ecco le ricette più facili da poter usare.

 

Le dosi consigliate sono per una capigliatura media. Duplica o triplica se hai capelli lunghi o lunghissimi, l importante non ci sia spreco di prodotto
CAPELLI CASTANO SCURI O NERI
 
Shaharazade da preparare in ogni caso sempre un ora prima dell’applicazione che si farà su capello bagnato, impacchettando il tutto con cellophan. Dopo la posa consigliata applica uno shampoo e un buon balsamo.

 

40g di olio di cocco sciolto, 20g di polvere di Indaco tintoria, 20g di polvere di Buxus Dioica ( katam) , 10g di Acacia Catecù  ( terraccattu ) e 10g di polvere di frutti di Adansonia Digitata  ( baobab ). Mescolare bene aggiungendo a filo acqua bollente Q.B. A ottenere un composto cremoso e facile da applicare. Dopo 30’ che l’hai lasciata riposare, accertati sia non troppo calda , aggiungi un cucchiaino di bicarbonato e applicati in radice e punte. Questo impacco va tenuto un ora, l’effetto sara di scurire e camuffare i capelli bianchi. Se sul capello bianco noterai un riflesso grigio verde, non spaventarti, esso schiarirà e virerà a un castano freddo entro 48ore.

 

CAPELLI CASTANO CHIARI E BIONDO SCURI

 

Castano chiaro:
Utilizza 40g di olio di cocco sciolto al quale aggiungerai 20g di polvere di Bucus Dioica ( katam ) 20g di mallo di noce, 20g di lawsonia , aggiungi acqua calda Q.B fino a ottenere un composto cremoso. Il tempo di posa consigliato è un ora e mezza
 
Biondo scuro:
Utilizza 40g di olio di cocco sciolto al quale aggiungerai 20g di polvere di Bucus Dioica ( katam ) 20g di mallo di noce, 20g di lawsonia 20g di Curcuma Longa e 10g di polvere di Rabarbaro, aggiungi acqua calda Q.B fino a ottenere un composto cremoso. Puoi migliorare le intensità aggiungendo 10g di cacao polvere, questo manterrà salvaguardati i toni troppo ramati.
Tempo di posa di un ora e 45 minuti
 
CAPELLI ROSSO RAMATI E VIOLACEI 

 

Rossi rame e ciliegia:
 
A 40 g di olio di cocco unisci 20g di lawsonia 20g di polvere di Cartamo o Zafferanone, e la spremuta di un limone.
Per avere una sfumatura più ciliegia, elimina il cartamo e usa nello stesso quantitativo la Robbia cordifoglia. Donerà riflessi più aggressivi sempre se unisci del limone 😉
 
Se invece ami riflessi più VIOLACEI E FREDDI  comportati cosi:
A 40 g di olio di cocco unisci 20g di lawsonia 10 g di polvere di Legno di campeggio ,e 10 g di polvere di Robbia Cordifoglia  con un cucchiaino piccolo piccolo di bicarbonato.
L’effetto è assicurato.
I tempi di posa consigliati sono di un’ora, ma puoi anche arrivare a due ore per un effetto ben colorato.

 

BIONDI
La ricetta del biondo non è facilissima in quanto per renderla ottima su mille tonalità ci son davvero molti fattori da considerare e quindi mi vedo obbligata a semplificarla il più possibile, con un effetto poco colorante su certi tipi di capello, consiglio di fare sempre un autovautazione e in caso variare quantità e tempi di posa secondo gusto personale.
Prima di tutto ci serve un decotto di the nero, da usare come liquido per la pastella.
Unisci a 40g di olio di cocco 10g di cassia obovata, 10g di polvere di radice di Rabarbaro, 10g di corteccia di Frangula e 10g di mallo di noce e in fine 20g di lawsonia. Mescola il tutto e applica come da istruzioni. In caso la corteccia di Frangula risulti introvabile usa della Polvere di Curcuma Longa.
Per effetti meno intensi o più e meno dorati aumenta o diminuisci di 5 g la Lawsonia.
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Queste sono le ricette che piu spesso consiglio ai nostri clienti per la manutenzione.
Ovvio che ogni persona poi si costruisce la propria ricetta.
È interessante anche mixare i preparati per risultati piu diversi.
Consiglio sempre di preparare le pastelle e poi unirle separatamente in modo che le proporzioni siano uguali tra acqua e olio, vettori importanti.
Le polveri vanno miscelate bene fra loro prima di aggiungere oli e acqua.
 
Raccontaci la tua esperienza e ci vediamo nel prox articolo.

Foto generica di esempio pastella vegetale in posa

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Mariarachele
Toni medi

Toni medi

Toni medi
I colori intermedi sono sempre i più difficili da raggiungere.
Quante volte desideriamo ottenere un colore con le erbe non troppo scuro che abbia un riflesso cenere, oppure caldo ma non rosso.
Ci risulta difficile perché, come tutti sappiamo, la Lawsonia è l’unica erba che deve essere sempre presente nella nostra pastella poichè l’unica capace di legarsi alla cheratina del capello e quindi far “attaccare” anche le altre erbe coloranti.
Come fare, quindi, a non scurire e a non far virare  il nostro capello verso il rosso??  
Partiamo nel dire che per ottenere questi colori il doppio passaggio è d’obbligo, un solo step non ci permetterebbe di dare una copertura ottimale, in caso di Bianchi, ma anche nel caso non ci fossero sarebbe in grado, da solo, di spegnere il riflesso rosso.
Bisogna giocare con i tempi di posa e con il taglio delle erbe.
Il primo passaggio che andremo a fare in questi casi è sempre di Lawsonia, ma allungata con altre erbe come: Cassia, rabarbaro, malo di noce o curcuma, in modo tale da far virare il riflesso più sul giallo/arancio, con un tempo di posa tra i 40 e i 90 minuti.
Ricordiamo che meno intenso verrà il primo passaggio e meno scuro verrà il secondo, perció se vogliamo ottenere una tonalità intermedia il segreto sta proprio nel fare un primo passaggio più giallo, ma allo stesso tempo coprente tanto quanto un passaggio di Lawsonia pura.
Con il secondo passaggio cercheremo invece di togliere il riflesso caldo senza scurire troppo, in questo caso si devono scegliere erbe verdi o blu/viola, non sempre l’indaco è la scelta giusta in quanto tende molto a scurire.
Il mio consiglio è sempre quello di usare il katam per creare fondi meno scuri miscelato con altre erbe tra cui lo spinacio, noce mallo, il crespino, nel caso si voglia ottenere un tono poi scuro invece sostituisco il katam con l’indaco.
Anche in questo caso una buona valutazione del tempo di posa ci permetterà di ottenere una castanizzazione perfetta, di solito per il secondo passaggio bastano dai 20 ai 60 minuti, questo dipende molto dal tono che si vuole raggiungere e dal tipo di capello che abbiamo sotto.
La castanizzazione non sempre può essere soddisfacente, subito dopo il risciacquo a volte il colore sembra proprio verdino, con il calore dell’asciugatura si potrà già vedere il colore virare verso toni castani per poi stabilizzarsi dopo le fatidiche 48 ore di ossidazione.
Vi mostro qua sotto qualche esempio:

Questa ragazza aveva già sotto un fondo giallo/arancio creato da un vecchio henné fai da te

Applicando solo un passaggio di 60 minuti,con una miscela di erbe “verdi” sono riuscita a creare un fondo non troppo scuro e a tonalizzare quelli che erano i vecchi colpi di sole, di un biondo cenere naturale.

In questo caso, la signora presentava un 100% di capelli bianchi, allora ho effettuato un primo passaggio di erbe giallo/ arancio.

Con un secondo passaggio ho spento completamene l’effetto rosso, ho creato una copertura ottimale senza scurire troppo il capello. In questo caso potete notare il riflesso leggermente verdastro sulla base di cui vi parlavo prima…ma guardate un po’…

….Eccola dopo tre giorni dall’ applicazione delle pastella vegetale.
Vedete che il capello si è stabilizzato ed il riflesso verde è sparito, lasciando una copertura ottimale ed un colore brillante

Anche qua abbiamo usato una miscela piuttosto gialla per recuperare i vecchi colpi di sole, che risultavano quasi rosati.

Eccola dopo il primo passaggio

Con il secondo passaggio di solo 40 minuti siamo riusciti a ricreare un fondo naturale simile al colore di base della nostra cliente recuperando completamente i pigmenti sulle lunghezze e creando un effetto “schiarito“ di punta.

Il mio consiglio, anche in questo caso, è di lasciare che siano i professionisti a consigliarvi   Il percorso di colore è meglio intraprendere, evitando così colori indesiderati e difficili poi da recuperare.
Spero che che la lettura sia stata piacevole.
GUIDA PRATICA ALL’HENNE part: 3/4

GUIDA PRATICA ALL’HENNE part: 3/4

 

i controcolori e il taglio delle erbe

 

Ogni qualvolta mi approccio a una cliente per effettuare la mia immancabile consulenza pre percorso colorazione vegetale con erbe tintoree, la richiesta che sempre mi viene fatta è :

 

vorrei un colore meno rosso

vorrei eliminare i riflessi rossi

vorrei un castano freddo oppure vorrei un biondo freddo

 

 

sostanzialmente capisco che il rosso piace solo alle rosse, ,analizzando anni di carriera ho proprio capito che, difficilmente mi viene chiesto un marrone caldo, un biondo ramato, o si cerca un bel rosso intenso  oppure la maggior parte delle persone, desiderano un colore freddo senza le classiche riflessature ramato rossicce. 

 

Se cerchi nei miei vecchi articoli capirai perché quando si parla di colorazioni erboree il riflesso rosso  è per lo più quasi sempre presente. 

Questo è dovuto alla Lawsonia Inermis che è un ingrediente assolutamente indispensabile in quanto, essa,  è l’unica pianta in grado di legarsi alla cheratina umana, e ciò la rende l’ideale base di appoggio nei doppi passaggi di costruzione castana, o cmq un vettore eccellente nei caso delle miscele. 

 

Essendo il Lawsone di sfumature più o meno rosse diventa oltre alle principali motivazioni qui sopra scritte, la perfetta base contro-colore dell’erba castanizzante per eccellenza :

 l’Indicano.

 

Esso  ha doppia convenienza ad essere unito al Lawsone, per prima cosa non riesce ad attaccarsi al capello senza di esso, il quale diventa un eccellente vettore o un’eccellente base d’appoggio collante, che si usi in un mix o in un secondo passaggio per un ulteriore azione antirame, l’indicano ha appunto un ottima affinità e un ottima capacità di legarsi al Lawsone.

Ricorda che in una miscela paridose con lawsonia l’indaco ha un effetto ridotto di intensità e quindi la copertura dei bianchi e l’effetto antirame è ridotto di tre volte come potenza confrontato all’uso separato ( primo passaggio Lawsonia, secondo passaggio Indaco ) in due passaggi infatti oltre che una possibile copertura intensa dei bianchi, si ha anche in presenza di capelli naturali un forte risultato di scuritura e di raffreddamento riflesso rame . 

 

 Ragionamento contorto mi rendo conto, basato su leggi di attrazioni fisiche , cariche elettrostatiche e leggi di colorimetria. 

In sostanza se si desidera un riflesso freddo bisogna sommare e giocare con erbe il cui colore espressivo sia o verde per attenuare toni rossi o blu per eliminare i toni arancioni. 

In mille piante abbiamo la possibilità di ritrovare questi eventuali pigmenti dai verdi forti a tenui, oppure viola e blu più o meno intensi. 

 

Ciò che regala altri risultati è il tempo di posa o il “ taglio” dei colori primari mediante erbe diluitive. 

Questo è un metodo eccellente per ottenere colori intermedi come il biondo medio o il castano chiaro, ma anche per eliminare riflessature dorati su biondi troppo intensi e aranciati. 

Purtroppo anche in questo ultimo caso, il biondo su capelli bianchi può comportare due problematiche principali, il riflesso giallo o il riflesso giallo fluo o arancio. 

Qui la maestria sta nel comprendere la dose giusta di erbe per tagliare l’intensità delle erbe antirosso o antigiallo, e donare il giusto tocco di riflesso che comporti un giusto ed equilibrato annullamento della riflessatura che non ci piace. 

Soluzione che varia ovviamente da capello a persona. 

 

Il taglio delle miscele coloranti con erbe diluenti come amla, cassia, malva bianca, o comunque tutte le piante a mucillagini o officinali, è funzionante quando si rispettano le proporzioni mai superiori a 3/5 del totale. Ovvero se in una miscela si aggiungono erbe non coloranti si ha un risultato più o meno forte se si arriva a un minimo di un quinto, a un massimo di tre quinti, alzare a quattro quinti di erbe diluenti una miscela, la renderebbe assolutamente non performante come colore. Questo perché i gruppi cromofori sarebbero così diluiti da non lasciare quasi traccia visibile all’occhio umano.

 

Purtroppo anche in questo caso non ci sono regole, e si può facilmente comprendere perché chiamo ogni mia colorazione percorso. 

 

Il percorso ci dà la possibilità di avere un obiettivo in cambiamento mese per mese, regala a noi coloristi erborei la possibilità di conoscere capello, pigmento contribuente dello stesso e anche capacità assorbente che, come puoi ben capire, cambia da persona a persona, come anche le qualità di una pianta che, potrebbe variare da raccolto a raccolto. In oltre anche la ripetizione degli impacchi può diminuire i tempi di posa in quanto, essi acquistano velocemente capacità elettrostatiche per una colorazione sempre più duratura e veloce. 

Spesso i miei clienti notano proprio una diminuzione sostanziale dei tempi di posa impacco dopo impacco, come anche la durata del colore che stratificandosi cambia di volta in volta. 

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Mariarachele

Color Story

Color Story

In questo articolo voglio parlarvi di cosa comporta e come è possibile destratificare un henné mostrandovi il lavoro che ho fatto su questa ragazza.

Giulia (nome inventato) è venuta da me in negozio facendomi vedere il suo henné, che faceva da sola a casa da qualche anno, ormai stratificato e diventato opaco, con il desiderio di avere capelli più chiari e brillanti.
Da qualche mese lei non colorava più e aveva una ricrescita importante.

 

Come spiegavo nell’articolo di settimana scorsa, la stratificazione diventa difficile da togliere.

Abbiamo deciso di seguire un percorso di trattamenti con i nostri oli e burri;

Oli e burri ci aiutano nella destratificazione e intanto nutrono il capello e lo preparano al servizio richiesto.
Vi faccio vedere gli esempi;

 

 

Qua è come si presentano le lunghezze dopo anni di stratificazione.

 

 

 

In questa foto possiamo vedere come si presenta la lunghezza dopo qualche mese di trattamenti con burri e oli.
È notevolmente più chiara, ma ancora lontana dal colore richiesto e dal suo desiderio.

Abbiamo quindi deciso di fare delle schiariture, che si sa sono le uniche cose che le
erbe tintoree non riescono a fare.

Nonostante noi non amiamo usare il chimico, qualche schiaritura ci piace farla e oltre a questo a volte è la strada più breve per ottenere un colore più chiaro, ma attente, non sempre si può fare!

Avendo un capello ormai curato e nutrito a dovere, abbiamo creato delle piccole sfumature lavorando in sicurezza con un decolorante senza ammoniaca e usando un ossigeno bassissimo a 3%, in modo tale da non compromettere la struttura del capello, lavorando a mano libera per non lasciare barrature e il cosiddetto effetto ricrescita.
Ho poi recuperato il capello applicando una miscela di erbe tintoree.

Ecco il risultato finale

 

In questo modo la chioma non ne ha risentito, lo stelo risulta compatto, morbido e lucente e con questo metodo Giulia non é costretta a riprendere ogni mese le schiariture ma andando avanti ad applicare l’henne, il colore rimarrà vibrante e curato.

Questo tipo di trattamento non si può eseguire su tutti i colori di erbe tintoree, come ho spiegato ci sono colori impossibili da schiarire se non con costanza e pazienza.
Ma di questo ve ne parleró nel prossimo articolo.

GUIDA PRATICA ALL’HENNE part: 2/4

GUIDA PRATICA ALL’HENNE part: 2/4

 

In questo articolo desidero fare chiarezza ed aiutare chi si sta approcciando per la prima volta al mondo della colorazione erborea a trovare indicazioni e chiarimenti riguardanti alcune strategie di colorazione.

Vediamo ora quali sono le erbe che non devono mai mancare nell’armadietto di un appassionato di questo mondo.

Lawsonia Inermis : 

 regina della stratificazione per eccellenza, è l’unica pianta colorante in grado di attaccarsi perfettamente alla corteccia del capello e quindi di creare una stratificazione quasi del tutto indelebile. 

Essa è il miglior vettore anche per le erbe riflessanti che ne possono migliorare o smorzare l’effetto finale. Il suo colore contribuente è arancio, arancio-rosso, che con la continua applicazione tende a toni marrone ambrati intensi. Quest’erba si sviluppa bene in ambiente acido, ovvero miscelata con una soluzione di acqua calda e limone o acqua calda ed aceto sviluppa al massimo le sue potenzialità. Quando parlo di soluzione intendo assolutamente e solo acqua e un piccolissima parte di succo di limone e aceto, per esempio su 250 ml di acqua utilizzata, aggiungi un cucchiaio da minestra di questi additivi naturali, non di più! Che si dica su internet, sui gruppi dedicati, e su molti altri portali, io NON SONO una fautrice di aggiunte strane, zucchero, allume, yogurt, sono sostanze che stan molto bene nelle torte, ma che trovo, taglino e regalino relazioni chimiche non opportune se non addirittura inutili. Ricorda sempre che, piu additivi aggiungi a una pastella colorante, meno effetto di colorazione otterrai, diluendo quelli che sono gli effetti tintorei. 

Amla ( Emblica officinalis): 

è la polvere dell’Uvaspina Indiana, ricchissima di vitamina C e sicuramente contribuisce a un effetto acidificante delle pastelle, mescolata con la lawsonia  in un rapporto 1-5 può essere davvero utile per regalare toni arancio intensi. Ha molteplici conseguenze curative e risananti

Cassia Obovata:

anche questa pianta autoctona regala una buona stratificazione, anche se non forte come quella della lawsonia, ma la sua proprietà di essere leggermente colorata nei toni biondi la rende il miglior eccipiente mirato a tagliare l’intensità dei toni arancio della lawsonia Inermis, aprendo un ventaglio di sfumature biondo ramate davvero belle. Ovvio è che, in queste casistiche di taglio, la colorazione renderà di più, più chiaro sarà il tono naturale dei capelli sui quali la applicheremo. 

Robbia Cordifoglia :

radice ricchissima di acido Ossilico, quindi anche in questo caso, e sopratutto consiglio di effettuare un test di sensibilizzazione. Questa radice mescolata assieme alla Lawsonia in un rapporto 1-5 o 2-5 o 3-5 massimo, regala toni rossi freddi e brillanti. La vedo quasi indispensabile n per chi desidera un tono rosso più acceso e meno ramato . 

Attenzione che, se si aumenta di molto le proporzioni di aggiunta, anche in questo caso, l’effetto colorante basilare della Lawsonia verrebbe a meno, e purtroppo anche il colore finale finirebbe in un tono sbiadito e poco intenso.

Indaco o indigofera tnctoria:

Questa polvere di foglie regala toni azzurri o bluastri. A seconda dell’ambiente trovato si trasformano dal blu al blu viola,  Questa pianta dà il meglio in un ph alcalino, al contrario della lawsonia e per questo, se mixata con essa è meglio mantenere il ph della pastella neutro, in quanto, le esigenze di entrambe le piante porterebbero l’una a prevalere sull’altra con scarsi risultati, spiego meglio di seguito:

Quando mi senti parlare di RANG intendo una miscela erborea composta da Lawsonia Inermis ed Indaco. 

Questo mix regala toni marronati intensi, in quanto il pigmento blu dell’iIndigofera è l’esatto contro-colore dell’arancio della Lawsonia. L’incompatibilità però di queste piante, come dicevo  qui sopra,, annulla gli effetti di entrambe portando risultati intermedi, sopratutto nella copertura dei bianchi, per questo si consigliano doppi passaggi, nei quali le erbe in questione vengono applicate separatamente con i giusti ph, e qui la resa è spettacolare. 

L’indaco è utilizzato come castanizzante e smorzatore dei toni rossi. 

Esso se applicato in più passaggi e più volte potrebbe scurire il tono del capello e la copertura del bianco fino a un livello di tono molto basso simile al nero e castano scuro. 

Difficilissima da togliere è sconsigliatissima su capelli decolorati o che progettano schiaritura in quanto il risultato finale potrebbe essere un colore davvero poco bello. Usatela quando vi servono toni marroni, freddi e scuri, o anche una maggior copertura dei bianchi.

Speranzosa di aver regalato alcuni consigli utili, ti invito a commentare e a condividere questo articolo sui tuoi social. Nel prossimo articolo ti parlerò degli impacchi di transizione e di quale è la loro importanza. A Presto

Mariarachele Maia