LA RICETTA DELLA STREGA!

Ho iniziato a scherzare con questo nome anni fa, quando cercavo di ideare una miscela di erbe adatta alle ragazze con pochi capelli bianchi!

Capello 15% bianchi con ossidazione data sulle lunghezze da mare, lavaggi, piastrate
Capello ben curato e naturale

Ti racconto come funziona e come poter avere ispirazione dal mio racconto. Per ovvie ragioni non posso scrivere una mescola ma posso insegnarti cosa fare per ottenere un lavoro similare, tenendo presente che diventa davvero specifico e personalizzato ogni lavoro che si fa. Lo dico sempre; le erbe tintoree cambiano risultato su ogni capello che esse incontrano!

Fine lavoro, risultato soddisfacente, luminoso e bello!

La tecnica sta nel dividere base o radici e lunghezza punta. Nell applicare un colore che sfuma proprio nelle lunghezze “melangerando” a mano libera quelle che sono le due pappe e regalare l’illusione ottica che le lunghezze siano quasi schiarite e la base lunghezza scurita.

Qui puoi vedere un altro mio lavoro dove ho diviso colore base e colore punte

Il trucco sostanzialmente sta nel regalare una mescola piu scura alla radice che migliori la profondità del colore, e lo si puo fare usando lawsonia indaco katam legno di campeggio e tutte quelle erbe tonalizzanti come le foglie di noce, il bhrami il bringranj, e le foglie di spinacio. Se si concentra ad hoc una mescola scurente ma anche riflessante per i bianchi ( presento in bassa quantità ) l’effetto finale sarà di un castano scuretto vicino al viso con i capelli bianchi di una sfumatura piu chiara ( se vogliamo piu copertura e abbiamo piu bianchi serve un doppio passaggio e qui cambierebbe tutto, scriverò qualcosa a riguardo piu avanti )

Punte brillanti

D’altro canto cio che serve alle lunghezze per risplendere è della lawsonia inermis ( henne ) mescolato con erbe gialle e ricche di vitamina C che appunto dona splendore. Amla, fiori di cartamo, melograna e polvere di mandarino possono essere un’ottima sonergia!

SE VUOI SAPERNE DI PIU… scrivimi o chiedimi una consulenza, posso aiutarti a trovare una mescola adatta alle tue esigenze ( servizio a pagamento ).

ALTRI FALSIMITI SUL MONDO DELLE PASTELLE VEGETALI

ALTRI FALSIMITI SUL MONDO DELLE PASTELLE VEGETALI

LE INFORMAZIONI IMPORTANTI DA SAPERE PRIMA DI INIZIARE UN

PERCORSO DI COLORAZIONE ERBOREA

In questo articolo ho selezionato alcune domande che in molti di voi mi ponete sui miei social, spesso non riesco a rispondere a tutti, per problematiche di tempo in quanto sono spesso occupata a seguire i miei clienti in negozio, ma trovo molto bello poter condividere alcuni interessantissimi argomenti che ne sono emersi da queste conversazioni che vi riporto di seguito .

 

 

COME SCARICARE IL COLORE OTTENUTO IN CASO CI SEMBRASSE INADATTO A NOI?
Questo argomento è alquanto spinoso, credo sia importantissimo considerare e ricordarci che il mondo del parrucchiere erboreo è del tutto differente da quello del parrucchiere normale. Non esistono cartelle colori, ciocche campione da mostrar e prevedere con sicurezza quale risultato si avrà a fine lavoro.
Sono moltissimi fattori che determinano la riuscita e il risultato di un colore erboreo.
La porosità del capello, lo stato di salute del capello, il colore di fondo e il pigmento contribuente ( se sono schiariti, ossidati o hanno riflessi particolari ), la provenienza delle erbe usate, e la resa delle erbe usate ( ogni raccolto ha nascita e vita in terreni differenti e subisce diverse fasi di vita e situazioni climatiche, non dimentichiamoci che si parla di piante), i prodotti utilizzati prima e i servizi chimici effettuati nella routine passata, insomma davvero tante varianti da considerare.
Ogni qualvolta ricevo un nuovo cliente non eseguo mai una colorazione a occhi chiusi, ma bensì vogliovedere le persone per una consulenza prima del servizio, uno per il test allergico   ( trovi molti articoli a riguardo nel blog) ma anche per capire a cosa vado in contro, e poterlo in un qualche modo prevedere.Tengo un archivio di molti lavori nei quali annoto tutte le varianti, gli accaduti e come ho rimediato, in modo da poter avere una procedura da adottare, ma spesso ogni e con meno tempo da una seduta all’altra.Alcune erbe però come quelle appartenenti al mondo degli indacani e delle indicotine si legano così fortemente alla fibra capillare che diventa impossibile rimuoverle anche con le decolorazioni e quindi,rimangono irreversibili. Come alcune piante a chinoni come la Lawsonia che ha un greep forte con la cheratina umana, ma nulla a che vedere con il Cartamo che appartiene alla stessa famiglia cromofora, ma ha breve durata e si rimuove facilmente. Chessi-dica non esiste nulla per rimuovere i pigmenti erborei. Alcuni si eliminano con certi tipi di oli vegetali o burri, ma altri permangono anche con i decoloranti, e questo rende difficile cambiare colore, sopratutto lo scuro una volta ottenuto.

PER QUANTO TEMPO SI CONSIGLIA DI LASCIARE RIPOSARE UNA PASTELLA VEGETALE
PRIMA DELL’APPLICAZIONE?
I comporti erborei che chiameremo fitocomplessi sono essiccati nel caso delle colorazioni erboree e durano a lungo se ben conservati al chiuso e al buio. Essi però appunto in quanto disidratati trattengono acqua velocemente e possono assorbire umidità e creare reazioni avverse alla loro composizione.
Questo lo sto specificando in quanto leggo sempre più persone preparare henné ore o giorni prima, lasciarli fermentare. Unire pastelle vegetali a erbe idratate per giorni e notti, come nel caso della Trigonella fieno greco, che sicuramente ha bisogno di tempi di idratazione lunghi, ma che comunque io sconsiglio oltre le 9 ore, e questo semplicemente perché ogni pianta essendo un fito-complesso composto da più sostanze, inizia a deteriorarsi più velocemente una volta reidratata.
Prova a pensare al cibo, dell’insalata appena colta è buona da mangiare, ma conservata all’aria per diverse ore perde la sua freschezza e appassisce marcendo. Questo in tempi prolungati può accadere e io sconsiglio vivamente di mettersi in testa qualcosa di putrescente. Senza parlare dei microorganismi e muffe che potrebbero crearsi se non si conservano bene i composti in luoghi freschi e chiusi. Parlando poi della stabilità del complesso colorante, ogni pianta ha i suoi tempi di durata. Alcuni pigmenti o gruppi cromofori durano e colorano fino a tre o quattro ore dalla loro preparazione, ma il Lawsone per esempio perde potere dai 60 minuti in poi, quindi tenere in posa pastelle vegetali contenenti henné oltre le 4 ore non serve a nulla se non a irritare gli annessi cutanei e disidratare fortemente la cute.

Ricordate che ogni cosmetico erboreo ha un PAO, e quindi una scadenza e non perché è naturale significa non ha rischi o conseguenze.
Surgelare più volte un complesso erboreo porta la stessa problematica del cibo, la sua composizione si sgretola e credo vivamente diventi inefficiente dopo una volta.
La stessa cosa vale nell’unire alle pastelle composti come zucchero, uova, allume di rocca ecc ecc.
Lo zucchero non ha proprietà idratanti, si scioglie in acqua ( idrosolubile ) e non ha proprietà fissanti del pigmento. L’Allume di rocca contiene alluminio, disidrata la pelle se ussato in forti quantità e potrebbe creare problemi di dermatiti, esso non ha proprietà fissanti. Erbe, Oli, e vari composti alimentari possono creare problemi di “ diluizione” o schermatura colore e quindi rendere il tutto inefficiente a livello di resa colore. Lo dico sempre se dovete dar spazio a fantasie con gli alimenti fate delle torte! Ho preso in carico e presa in cura persone con dermatiti forti, caduta di capelli e problematiche cutanee che si eseguivano impacchi frequentemente, per ore troppo prolungate. Leggete e scaricatevi i miei manuali
gratuiti sull’uso e preparazione degli henné e ricordate, non fate mai impacchi coloranti o curativi oltre le due volte al mese, stessa cosa vale per le oleazioni!

ACIDIFICARE E ALCALINIZZARE LE PASTELLE VRGETALI AIUTA?
Questo argomento lo collego anche a chi mi chiede spesso se eseguire lavaggi acidi mantiene il colore erboreo.
In alcuni casi potrei rispondere di si, ma ogni pianta ha un ph ottimale di resa, e spesso queste piante vengono mescolate ovviamente per varie ragioni e i loro ph si annullano o cambiano, cambiando anche il loro risultato. Se vi risciacquate con un risciacquo acido un henné questo potrebbe avere giovamento come resa nelle ore successive, cosa inversa se lo facessimo dopo un Indaco. Credo che valga la regola che , dopo una pastella erborea sia meglio applicare un buon balsamo. I capelli in ambiente acido si lucidano, mentre in alcalino opacizzano e annodano. Questa regola deve valere, ma i balsami per esempio hanno PH leggermente acidi, così poco da non rovinare nemmeno un’applicazione di Indaco.
Detto questo torniamo al solito discorso del PIFF, un cosmetico prima di essere venduto viene testato, provato, e studiato, esso non andrà mai a rovinare una pastella vegetale, anzi , giova al capello in quanto è perfettamente dosato, dell’acqua e limone o acqua e bicarbonato invece non lo possiamo sapere.
Posso dirvi che adoro usare maschere ricche di burri dopo una pastella vegetale a base di Henné ,ma preferisco usare balsami con proteine dopo un Indaco. Questo l’ho visto negli anni di lavoro e noto differenze di resa e intensità di colore se eseguo questa strategia.

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Mariarachele
GUIDA PRATICA ALL’HENNE part: 1/4

GUIDA PRATICA ALL’HENNE part: 1/4

L’APPROCCIO AL MONDO BIO

 

La cosmesi Bio è oramai di gran moda.

Sempre più persone scelgono l’acquisto del cosmetico Biologico dal più semplice come un sapone, un lavamani, a uno complesso e ricercato come un detersivo per lavatrice o ancor  più specifico e complicato  cosmetico per capelli e viso.

Ho notato che la domanda  più frequente che mi viene fatta dai clienti al momento decisivo di passaggio al trattamento 100% è sempre la stessa:

“Come si inizia? Quale è il giusto approccio? Quale è il primo acquisto da fare?” e così via discorrendo.

Mi piace  rispondere ricordando  un ragionamento al quale mi sono affezionata, e che magari ho rivolto anche a te che leggi più di una volta e che ora cerco di rispiegare semplicemente.

Non vediamo come un cambiamento repentino questa scelta, non vediamola come un semplice cambio balsamo oppure cambio bagnoschiuma, ma un percorso vero e proprio

con obiettivi, risultati, rinunce e tante soddisfazioni.

Non si può ne si deve cambiare dall’oggi al domani in uno stile di vita, ma arrivarci pian piano con obiettivi e cambiamenti monitorati dal buon senso è sicura certezza di riuscita è miglioramento.

 

Parlando dell’ambito di cui mi ritengo oramai esperta, il passaggio al trattamento 100% riguardante i capelli è spesso visto come un

 

“ LASCIARE LA TINTURA AD OSSIDAZIONE E IMPACCARSI DI HENNE E PASTELLE VEGETALI COME SE NON CI FOSSE UN DOMANI”

 

Ma non è così per me, e anch’io l’ho scoperto solo con l’esperienza.

 

Sapevi che i siliconi,  SLESS e  derivati vari sono eccipienti che lavano via, riducono e tolgono più facilmente i gruppi cromofori erborei? Sapevi che alcuni tipi di sostanze possono alterare le funzioni dei fitocomplessi e renderne vano l’utilizzo?

 

La vera bellezza passa dall’interno, quant’è vero che  il danno estetico arriva dall’esterno!

 

Prima di pensare a un percorso haircolorbio, insisto sempre sul cambio di routine, sulle piccole basi che ci creeranno una sicura base che ci permetterà risultati incredibili, e questa regola la userò in ogni articolo riguardante questa saga, a livello di approccio, come farò tra poco parlandoti delle basi della detersione, ma anche a seguire sulla scelta dei coloranti erborei, alla manutenzione di questi e agli impacchi estetici e sanificanti.

 

Tornando appunto alle basi della detersione, trovo fondamentale la transizione preparativa, nella quale si lasciano i cosmetici abituali e si scelgono quelli bio.

 

Per prima cosa leggete sempre le certificazioni sull’etichetta, che si attesti la derivazione bio dei componenti, la mancanza di petrolchimici derivati, la percentuale di sostanze naturali all’interno e ultimo, ma non meno importante le recensioni che si trovano facilmente nel web sia a livello di performance che di INCI

 

leggere un cosmetico non è cosa facile lo so…

 

l’INCI (  International Nomenclature of Cosmetic Ingredient )

 

è parte importante di questa consapevolezza, ovvero gli ingredienti del cosmetico.

Li puoi capire con un po’ di ricerca e pratica se realmente la descrizione prodotto è realistica. Se il prodotto è davvero Bio e quali sono gli enti che lo certificano.

 

Ci sono mille strumenti, applicazioni e siti internet che danno descrizione semplice dello scopo di molti ingredienti utilizzati e alcuni che ne danno addirittura una valutazione grafica con tanto di semaforo verde, rosso e giallo sulla qualità del componente.

Oramai rimanere ignoranti sulla materia è quasi impossibile grazie alla tecnologia che ci può sul serio aiutare.

 

Il miglior alleato per noi è la prova, testare, acquistare e riscontrare miglioramenti nei prodotti scelti

Capire e ascoltare la nostra pelle e i nostri capelli per vedere se realmente il prodotto scelto funziona.

 

Non dimentichiamoci  una cosa che nessuno dice mai;

 

considerare il periodo finestra nel quale, il capello o la pelle,subiscono una depurazione da siliconi, da stratificazioni di prodotto chimico nella corteccia pilifera, e anche nel caso di capelli tinti, ricostruzione e mantenimento del pigmento cosmetico precedentemente fatto.

PERIODO CHE CAMBIA DA PERSONA A PERSONA, per cause troppo varie per parlarne, ma che portano a un lieve peggioramento, proporzionale a quanto cosmetico chimico si è adoperato negli anni.

 

Ebbene si è così!

Sembra quasi che alcuni prodotti chimici, smettendo di usarli, invece di lasciare la superficie trattata nei tempi precedenti intatta o di pari risultato, la peggiorassero.

 

 

Ho riscontrato io stessa, quando usavo prodotti professionali chimici, i miei capelli erano belli, se non bellissimi.

Nel periodo di transizione invece persero lucentezza, spessore e forza, questo proprio perché alcune sostanze han bisogno di essere sempre alimentate dalle continue applicazione dello stesso prodotto, e nel momento in cui queste mancano, lo sgretolarsi dei polimeri ricreati su pelle e capelli sembra far cedere l’integrità di quest’ultimi.

 

Un esempio lo trovi semplicemente osservando un muro che si sgretola, che perde intonaco, il quale staccandosi porta alla luce il muro grezzo o i mattoni sottostanti. Stessa cosa accade su un capello ricoperto da molti siliconi, staccandosi quest’ultimi possono lasciare scoperte parti di corteggia o anomalie che avevano in parte camuffato.

 

Prima di ridipingere bisogna scartavetrare il muro per ricompattarlo con una nuova pittura. Ogni bravo imbianchino farebbe cosi, questo è ciò che accadrà al tuo capello e alla tua pelle nel momento in cui cambierai prodotto.

Potrebbe accadere che non vedrai da subito un miglioramento, ma sarà graduale e lento.

Alla luce di questo, acquistare il prodotto che ci soddisfa in toto e non cambiarlo più, se non per uno ancor migliore è la cosa più importante da considerare.

 

 

Ricostruire la struttura del capello, lenire irritazioni sulla cute oppure migliorare lo stato di benessere della propria capigliatura deve partire proprio dalla continuità, dal non demordere, e dall’accettare che, qualsiasi annesso cutaneo ha bisogno di almeno sei mesi per rigenerarsi, per ricompattarsi e migliorarsi sensibilmente, qualsiasi prodotto si usa.

 

Usando eccipienti Bio e di conseguenza cosmetici composti da oli, burri, tensioattivi naturali, essenze profumi anallergici e naturali sarà cosa certa che, una volta raggiunto il punto di equilibrio e finisce la fase transitoria nella quale il cosmetico biologico ricomincia a nutrire e migliorare i risultati ottenuti sono irreversibili nel benessere, e possono solo migliorare.

Per cui il mio consiglio vivissimo è scegliete, lasciatevi consigliare, ascoltate e vivete i vostri capelli per comprendere di cosa essi han bisogno per migliorare e cercate continuità,stabilità e fate della vostra routine una certezza.

Nel prossimo articolo parlerò di alcuni consigli  su come approcciarsi alle colorazioni erboree, parlerò degli impacchi preparativi di transizione e delle mescole riflessanti e coprenti più facili e comuni.

Mariarachele Maia